I pazienti che assumono da lungo tempo i farmaci antiepilettici sono a rischio di fratture clinicamente rilevanti


L’impiego per lungo periodo dei farmaci antiepilettici è stato associato a malattia ossea.

Uno studio coordinato dal Royal Melbourne Hospital di Victoria, in Australia, ha valutato l’associazione tra malattia dell’osso e somministrazione prolungata dei farmaci antiepilettici.

Allo studio hanno preso parte 31 gemelli di sesso femminile ( 15 monozigoti e 16 dizigoti ) e 4 coppie di fratelli ( con differenza di età inferiore a 3 anni ) di età compresa tra 21 e 75 anni, di cui uno assumeva da più di 12 mesi un farmaco antiepilettico.

La densità minerale ossea regionale ( ABMD, g/cm2 ) è stata misurata a livello lombare, all’anca, al collo del femore, e all’avambraccio.

Sono stati definiti 3 sottogruppi: a) impiego dei farmaci antiepilettici per più di 2 anni; b) impiego di farmaci antiepilettici inducenti l’enzima; c) età superiore a 40 anni.

Dallo studio è emerso che i pazienti che hanno fatto uso di farmaci antiepilettici per più di 2 anni, in particolare quelli che hanno assunto antiepilettici inducenti l’enzima e quelli di età superiore ai 40 anni, presentavano valori significativamente più bassi di densità minerale ossea nei siti a rischio di frattura clinicamente rilevante. ( Xagena2005 )

Petty SJ et al, Neurology 2005; 65: 1358-1365


Neuro2005 Farma2005


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